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[:it]Chiusura della VII Stagione Concertistica “Musica ai Ss. Apostoli”[:]

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Domenica 18 giugno la Sala dell’Immacolata presso il Convento dei XII Santissimi Apostoli ha visto l’ultimo atto della rassegna concertistica organizzata, con successo, dalla Camera Musicale Romana. Come già sperimentato in precedenti occasioni, questa volenterosa associazione musicale ha permesso a dei i validi artisti, nella fattispecie i membri del Quartetto Raro (la flautista Ginevra Petrucci, il violinista Lorenzo Fabiani, il violoncellista Francesco Sorrentino  ed il pianista Giovanni Auletta) di presentarsi e farsi apprezzare con un programma bello ed originale. Infatti, nella prima metà del concerto sono risuonate le note del celebre Settimino Op. 20 in mi bemolle maggiore di Ludwig van Beethoven, uno dei primi successi del compositore di Bonn (composto nel  periodo 1799-1800 e pubblicato nel 1802); non nella versione originale per archi e fiati, però, bensì nella scintillante trascrizione di Johann Nepomuk Hummel per l’organico protagonista di questo concerto. Sappiamo che Beethoven riscosse grande favore presso il pubblico per questo suo lavoro, addirittura ad un livello tale da irritarlo nei confronti della sua creatura, della quale in seguito commentò che “conteneva più inventiva che arte”. Creatura pienamente settecentesca, diremmo, per il suo spirito di vivace, gaia musica d’intrattenimento (intesa nel senso migliore dell’espressione), che rispetta in tutto e per tutto i canoni dell’epoca della musica da camera per appassionati (oltra al clima espressivo generale, anche la struttura in parecchi  movimenti, in questo caso sei). Indipendentemente da come poi Beethoven abbia mutato il suo sguardo sul Settimino, questo rimane una delle sue composizioni più gradevoli e capace di allietare il pubblico, come abbiamo potuto notare dalla reazione convinta e contenta del pubblico di domenica sera.  Non piccola parte di tale risultato, a nostro avviso, va ascritta alla versione di Hummel, talmente ben fatta che chi non conoscesse l’originale non penserebbe di trovarsi di fronte ad un adattamento. Oltre che validissimo compositore, Hummel fu anche straordinario virtuoso del pianoforte, e difatti in questo quartetto la parte del leone la fa il pianoforte; ma lodiamo l’intelligenza e la musicalità dei musicisti del Quartetto Raro, che hanno saputo far amalgamare perfettamente i quattro strumenti in un elegante e vivace discorso musicale.

Per quanto concerne la seconda parte del concerto, confessiamo la nostra sorpresa nell’aver letto il nome di Wilhelm Kempff (1895-1991) nel programma di sala. In realtà Kempff, uno dei maggiori pianisti del secolo passato, affiancò alla sua nota carriera di interprete quella, di cui si sa assai meno, di compositore. Il Quartetto Raro ci ha proposto il suo Quartetto in sol maggiore Op. 15, in quattro movimenti.  Musica del Novecento, quindi, in cui Kempff opta per un linguaggio tonale che, secondo i momenti, a chi ascolta per la prima volta può ricordare certo stile di Ravel, oppure far pensare a cert’altra musica d’atmosfera da film, in parte, a nostro avviso, per via dell’impiego affascinante che Kempff fa del flauto. Un lavoro non facile, probabilmente di non immediata presa su un largo pubblico, ma ad ogni modo interessante; il nostro plauso va al Quartetto Raro per l’esecuzione che ne abbiamo sentito, e per la capacità di questi quattro strumentisti di rendere al meglio tutte le gamme di sonorità, passando dai più esili pianissimo (pensiamo a certi momenti del secondo movimento, Adagio con Melancolia, semplice) alle più imponenti masse sonore di altri passaggi.

Soddisfatta della stagione, ma intenzionata a far ancora di più, Elvira Maria Iannuzzi, instancabile ed apprezzata presidente della Camera Musicale Romana e vera anima di questi begli appuntamenti musicali. Senza nemmeno il tempo di riposare dalle fatiche della stagione concertistica che si è appena conclusa, alla Camera già ci si prepara per la prossima, in cui accanto ad alcuni capisaldi della letteratura cameristica troveranno spazio altri lavori meno noti, e per svariati organici. Inoltre, da indiscrezioni che siamo riusciti a procurarci, sembra che – cosa non consueta e che accresce la nostra curiosità – questa volta chi organizza non sarà soltanto dietro le quinte, bensì anche sul palcoscenico.

Vedremo ed udiremo dal prossimo settembre.

di Marco Parigi

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