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Il piacere dell’onestà @ Teatro Vascello di Roma

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dal 2 al 7 aprile 2019 dal martedì al sabato h 21 – domenica h 18     

IL PIACERE DELL’ONESTÀ
di Luigi Pirandello
regia Alessandro Averone
con Alessandro Averone, Alessia Giangiuliani, Laura Mazzi, Marco Quaglia
Gabriele Sabatini, Mauro Santopietro
scene Alberto Favretto, costumi Marzia Paparini, luci Luca Bronzo
musiche a cura di Mimosa Campironi, assistente alla regia Antonio Tintis
in collaborazione con Knuk Company

 

Una  fantastica interpretazione de “Il piacere dell’onestà” alla sua prima del 2 aprile al Teatro Vascello, prodotto dal Teatro Metastasio di Prato.

La chiave con cui il regista Alessandro Averone, (che interpreta il fallito Angelo Baldovino)  mantiene alta la tensione dall’inizio alla fine, pur con intermezzi ilari e comici,   è nel rendere il suo personaggio sempre dolorosamente “vero”mentre vive il dramma nella finzione del matrimonio con la giovane Agata (Alessia Giangiuliani), amante incinta del già ammogliato marchese Fabio Ciolli (Marco Quaglia). Dal suo filosofeggiare nel suo primo incontro con il marchese, con il quale mette a nudo la sua anima di disonesto fallito bisognoso di riscatto morale, emerge man mano un personaggio tormentato, a tratti quasi Shakespeariano, che mette costantemente in ombra l’aspetto opportunista della sua scelta: fingere di essere l’uomo diametralmente opposto a quello che è in realtà diventa una missione per salvare la “facciata” di un nucleo familiare altrimenti condannato allo scandalo, e soprattutto per proteggere il nome e il futuro del neonato figlio di Agata e del marchese Fabio Ciolli, di cui se ne è assunto la paternità. Fanno da contrasto alla integerrima condotta del Baldovino, la nevrotica ben resa esagitazione della madre di Agata, Maddalena (Laura Mazzi), il grottesco Parroco (Gabriele Sabatini) e la spiazzante tranquillità del cugino Setti (Mauro Santopietro), colui  che lo ha invitato a prestarsi a tale finzione. Finzione di onestà che risulterà  poi vera a tal punto  da conquistare il cuore di Agata, dimostrando così che proprio chi indossa una “maschera” studiata in questo caso a tavolino, può essere più autentico di chi invece si “maschera” dietro un perbenismo e una rispettabilità che ingannano perfino sé stessi.

E’ questo il tema tanto caro a Pirandello che traspare da questa commedia da lui scritta nel 1917, come in diverse altre. Tema quanto mai attuale quello del “mascheramento”, in un’epoca in cui i cosiddetti “social” danno modo di celare la propria identità dietro l’immagine che ognuno può crearsi a piacimento.

E’ stata quindi sicuramente una scelta d’effetto il contrasto tra i costumi stile settecentesco e l’abito moderno indossato da Baldovino nella prima ed ultima scena, proprio ad indicare l’attuale validità del tema pirandelliano.

 Anche la scenografia ha seguito questa scia, con un misto di arredi antichi ed elementi moderni, tra i quali il più di spicco una parete costituita unicamente da fili bianchi attraverso i quali è stata possibile la visione  di più livelli scenici.

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