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Un omaggio a Silvia Calderoni

Silvia Calderoni, interprete e performer, attrice poliedrica, instancabile e magnetica, irrompe con tutta la sua energia sul palcoscenico e ci sorprende.

Silvia Calderoni nel 1998 inizia il suo percorso partecipando a un laboratorio teatrale di Pietro Babina “teatro clandestino” gruppo impegnato nella ricerca teatrale, nel 2005 entra a far parte della compagnia Motus, portando sempre avanti un percorso di ricerca e nel 2010 vince il premio Ubu under 30.

All’interno della compagnia Motus diventa interprete di diversi spettacoli, mi viene in mente, Rumore rosa, Crac, Let the sunshine, nella Tempesta, fino ad arrivare, sempre con la compagnia Motus, ad essere protagonista insieme a Judith Malina – una delle fondatrici del Living Theatre- dello spettacolo ” The plot is the revolution” all’interno di un nuovo percorso di ricerca dal titolo “Animale politico project” portato in scena nel 2011 nell’ambito del Festival di Santarcangelo.

The plot is the revolution è stato strutturato come un dialogo tra due donne, due generazioni a confronto, Malina e Silvia, la prima, simbolo di un teatro internazionale, l’altra, una giovane e talentuosa interprete. Le due si sono confrontate su temi politici, racconti di vita e di teatro fatti da Judith e tradotti da Silvia Calderoni in movimenti scenici, con l’ausilio di due attori del living Silvia ha ripreso anche alcuni momenti chiave di alcuni grandi successi della compagnia newyorkese, da Antigone a Paradise Now.

Proprio come accadeva nel Living, che gli spettatori venivano coinvolti nell’azione scenica, anche in questo caso gli spettatori sono diventati parte attiva nello spettacolo, ricordo che vennero distribuiti dei pennarelli per disegnare sul pavimento coperto di cartoni quello che avveniva sul palco. Alla fine dello spettacolo agli spettatori venne chiesto di lasciare un sogno, una frase, un’idea sul pavimento.

Silvia ad un certo punto dello spettacolo chiese a Judith cosa fosse per lei la parola più bella, Judith rispose  “Adesso, Now” ….”abbiamo solo il presente, quello che accade oggi, deve diventare meraviglioso, è ciò che di più importante esiste”.

Lo spettacolo si chiudeva con un urlo delle due donne, che gridavano libertà, siamo noi la rivoluzione! Silvia grida libertà e lo fa liberandosi di qualsiasi finzione, di qualsiasi barriera e inganno.

Credo di aver assistito ad uno degli spettacoli più emozionanti della mia vita.

Silvia è tanti volti, tante voci, tanti suoni, parole, movimenti, emozioni e attraverso il suo corpo si dona totalmente, ogni centimetro della sua pelle ci contagia, il suo corpo diventa strumento, linguaggio, espressione artistica, un corpo esile ma instancabile che non si risparmia mai, sperimenta e si ribella, rompe gli schemi e ti divora.

Silvia Moroni.

 

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