“D’estate con la barca” di Giuseppe Patroni Griffi @teatro Piccolo Eliseo, Roma
[:it]Dal racconto “D’estate con la barca” (1951) di Giuseppe Patroni Griffi.
Con: Gaia Aprea
Adattamento e regia: Luca De Fusco
Scene: Luigi Ferrigno
Costumi: Zaira De Vincentiis
Disegno luci: Gigi Saccomandi
Musiche: Ran Bagno
Dal 4 all’8 aprile presso il teatro Piccolo Eliseo
Due coppie di giovani prendono il largo ciascuna su una barca, dove giocano, si seducono e fanno l’amore. Tutto normale, non fosse che la resa scenica del racconto è affidata non a quattro attori diversi, bensì alla sola Gaia Aprea, che sgattaiola con grazia ora dalla parte della voce narrante, ora a quella della seduttrice o del seduttore, ora a quella del suo partner.
La scenografia è essenziale. Si apre il sipario e l’attrice è seduta su una barca in legno, sede delle passioni dei giovani protagonisti nel riadattamento di Luca De Fusco. Sulle luci è giocato il resto: proiettano cielo limpido e mare cristallino, quasi onirico, per gran parte della rappresentazione, la cui durata di un’ora scandita in un unico atto è efficace a trattenere lo spettatore all’interno degli eventi narrati, senza mai correre il rischio di perdere la sua attenzione.
E’ vincente l’alternanza tra il racconto della storia di Enrico e Giulia, più drammatica e malinconica, con quella di Mario e Luisa, verbalmente e fisicamente più violenta, a tratti comica, per di più caratterizzata dalla calata dialettale di narratore e personaggi.
Gaia Aprea ben calata in ogni parte suggerisce aspetti psicologici di ciascuno dei quattro amanti, prestando divinamente voce e corpo ai passaggi più espliciti del racconto, la cui potenza espressiva trova perfetto compimento. Davvero apprezzabile l’evoluzione del narratore: da fredda voce fuori campo a compartecipe delle incalzanti passioni dei personaggi (manca infatti il tempo per “uscire fuori” a commentare le scene più convulse) , fino a scomparire del tutto.
Nel finale l’andamento agrodolce degli accadimenti si inasprisce e l’attrice non tradisce nei momenti di massima tensione emotiva.
Riccardo Romito
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