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Intervista ad Emma Nitti

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Emma Nitti, attrice, showgirl, cantante, regista, produttrice, coach e imprenditrice culturale.

La sua attività professionale rivela un approccio poliedrico alle arti performative. Vanta numerose e prestigiose collaborazioni nazionali ed internazionali nel teatro, nella musica, nella TV e nel cinema, lavorando con registi come Abel Ferrara, Gabriele Muccino e Gigi Proietti.

Per citare solo alcune delle sue produzioni: Grace’s Tricks Revue, Extraordinaire Burlesque, Profumi di Varietà, Extraordinaire Magique (illusionismo, magia e mentalismo), assieme ai migliori performers della scena internazionale.

Pioniera dell’Arte del Burlesque in Italia, è conosciuta a livello internazionale con il nome d’arte di Grace Hall. Ha diretto e prodotto il documentario Burlesque Extravaganza (disponibile su Prime Video) e ha fondato, nel 2010, Il Tempio del Burlesque, progetto formativo e terapeutico dedicato alle donne.

Emma Nitti è anche ideatrice, al fianco di Franco Bertini e Andrea Fiorito, di un innovativo progetto che verrà presentato oggi, venerdì 1 dicembre, a Roma all’interno del Vertical Movie Festival: lo Snuff Art Project.

C’è stato un momento preciso in cui hai sentito sbocciare in te la visione del tuo futuro artistico? Se sì, lo ricordi?

Sin da piccola ho sempre saputo che il mio mondo doveva essere creativo. Non ho mai considerato l’idea di una routine monotona. Volevo esprimermi, non in una, ma in molte forme creative. Tempo fa ho ritrovato un filmino di quando ero piccola. Un Natale, con tutti i miei cugini. Sono stata la showgirl della serata. Presentavo, cantavo e danzavo. Poi c’erano momenti in cui dovevo isolarmi e lo facevo dipingendo. Quella bambina oggi mi sorride. Continua a guidarmi. Sempre curiosa e viva.  Sicuramente più consapevole di sé e dei propri bisogni. Ho compreso quanto sia fondamentale per me ritirarmi, trascorrere molto tempo da sola. Il ‘silenzio’ è il dono più grande che possiamo fare a noi stessi, soprattutto in un mondo che è tutto rumore e sollecitazioni continue.

Nell’ottobre del 2010 nasce a Roma Il Tempio del Burlesque. Puoi parlarci di questo progetto che ti sta a cuore?

Il mio obiettivo è quello di promuovere e diffondere consapevolezza e benessere attraverso l’arte del burlesque; un’arte che affonda le proprie radici nell’Inghilterra del XVIII secolo e che nei secoli si trasforma, si evolve, viaggia attraverso oceani e continenti, fino ad arrivare ai giorni nostri arricchita di influenze provenienti dai più svariati campi artistici e creativi di tutto il mondo. Un’arte libera e consapevole, che unisce in un unico corpo discipline artistiche quali danza, recitazione, satira, ironia, così come impegno sociale nella lotta contro le discriminazioni. Attraverso lo studio del Burlesque, mi propongo di far accrescere la consapevolezza del proprio corpo, così da poterne comprendere il potenziale comunicativo, nonché di accrescere autostima e determinazione.

Come questo approccio artistico contribuisce al benessere e all’empowerment delle donne, in particolare in relazione al loro rapporto con il corpo?

Insegna alle donne a connettersi con il proprio corpo, a comprenderne il potenziale comunicativo, e promuove un senso di benessere e consapevolezza. È un viaggio che apre un dialogo intimo con la propria identità e femminilità.

Quanto è fondamentale, secondo te, per una donna moderna riscoprire questa connessione con il proprio corpo, specialmente considerando le pressioni esterne e gli stereotipi?

È essenziale. Nel contesto moderno, le donne spesso subiscono pressioni e stereotipi che possono distorcere la percezione del proprio corpo. Attraverso il Burlesque, possono sfidare questi stereotipi, riscoprendo e abbracciando la propria unicità. È un atto di ribellione contro norme restrittive e una celebrazione della bellezza autentica.

La costruzione di un personaggio nel Burlesque sembra un elemento chiave in questo processo. In che modo l’interpretazione di un personaggio guida le donne nel riscoprire sé stesse?

Assolutamente. La costruzione di un personaggio nel burlesque diventa uno specchio in cui le donne possono esplorare aspetti di sé che potrebbero essere rimasti inesplorati. Indossare una maschera permette loro di abbracciare la loro autenticità in modo giocoso e liberatorio, aprendo le porte a una consapevolezza più profonda di chi sono veramente e riconoscere le sovrastrutture in cui si sono sempre identificate. Oscar Wilde diceva: ‘Dai a un uomo una maschera e ti dirà la verità’.

Parlando di trasformazione e terapia, come il burlesque contribuisce a questa trasformazione individuale, anche a livello psicologico?

Il Burlesque è, in effetti, una vera e propria terapia. Attraverso il lavoro sul gesto e su un personaggio (da intendere come la migliore versione di sé stesse), si impara a esprimere il proprio corpo e le proprie emozioni in modo creativo. È un viaggio alla scoperta di sé, dove il corpo diventa il veicolo principale per costruire un’identità nuova e potente.

Infine, per chi magari è scettico sull’approccio del burlesque, cosa vorresti dire sul potenziale trasformativo di questa arte?

Vorrei dire loro di considerare il burlesque come una porta aperta a un mondo di autenticità e liberazione. Questa forma d’arte è una dichiarazione contro la conformità, un’opportunità per abbracciare la propria bellezza senza compromessi. È una strada verso l’empowerment, anche se io preferisco usare la lingua italiana che è meravigliosa, diciamo quindi, valorizzazione e trasformazione personale, un’esperienza che lascia il segno a livello fisico, mentale ed emotivo.

Rimanendo sempre in tema di trasformazione ma in un ambito completamente nuovo cioè quello dell’arte digitale, puoi parlarci del tuo nuovo progetto “Snuff Art” che verrà presentato venerdì 1 dicembre al Vertical Movie Festival? Si preannuncia interessante e sembra avere a che fare sempre con un’operazione di trasformazione. Puoi raccontarci qualcosa?

Snuff Art Project è stato ideato insieme a Franco Bertini, sceneggiatore e regista e Andrea Fiorito, scrittore e autore. Domani, 1 dicembre alle ore 21:00 alla Casa del Cinema a Roma, durante il Vertical Movie Festival, evento che celebra l’innovazione nell’arte visiva e cinematografica in formato verticale, farà la sua prima apparizione pubblica. Opere d’arte distrutte dal fuoco acquistano una nuova identità digitale. L’incendio viene filmato in tempo reale e invertito in fase di post produzione, creando un nuovo punto di vista dove le opere rinascono dalle ceneri. La morte dell’opera fisica, materica, si trasforma in una rinascita nel momento stesso in cui viene ripresa, immortalata e riproposta in formato digitale nel verso contrario, grazie a un montaggio in cui il tempo viene fatto scorrere all’indietro. Si parte dalle ceneri dell’opera e si arriva alla ricomposizione formale dell’opera originaria. È un connubio di artigianato e applicazione digitale che amplia l’identità dell’opera stessa. Il tutto è realizzato con una risoluzione in 4k e girato in 9/16 (formato verticale), con ottica anamorfica.

Molto intrigante. Cosa si propone lo Snuff Art Project?

Di condividere contenuti audiovisivi nell’ambito dell’arte digitale. È un processo formale molto versatile; può avere molte declinazioni, potrebbe adattarsi alla creazione di NFT (il prodotto snuffart è per definizione un potenziale NFT concettualmente perfetto) o veicolare un brand o campagne pubblicitarie.

Grazie mille. In bocca al lupo per tutti i tuoi progetti!

Grazie a voi, è stato un piacere. Un saluto a tutti!

di Giorgia Vilmercati

Photo By Pino Le Pera

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